di Antonio Mazzolli
Era il 15 maggio del 1974 quando allo Stadio Heysel di Bruxelles (divenuto ahinoi famoso 11 anni più tardi per ben altri motivi) approdarono due squadre per la prima volta in finale: si trattava di Bayern Monaco e Atletico Madrid.
Nel Bayern Monaco militavano giocatori del calibro di Breitner, Beckenbauer, Hoeness e Gerd Muller, che avrebbero dato il via ad un’epopea gloriosa per i bavaresi, con la conquista di tre Coppe dei campioni consecutive.
L’Atletico Madrid poteva contare su Reina in porta (papà d’arte del portiere passato anche in Italia) e Aragones, futuro commissario tecnico della Spagna.
Dopo i primi 90 minuti conclusi con risultato a occhiali, fu proprio Aragones al 114° minuto a portare in vantaggio gli spagnoli, ma quando tutto sembrava fatto, Schwarzenbeck riportò la situazione in parità a un minuto dal termine dei tempi supplementari.
All’epoca le regole erano diverse: in situazione di parità non erano previsti i calci di rigore, e quindi fu necessario un replay della gara, che avvenne due giorni più tardi.
L’altra finale fu giocata nello stesso stadio il 17 maggio, e fu evidente il calo degli spettatori sugli spalti.
Questa volta non ci fu storia: fu il Bayern a trionfare con un perentorio 4-0 grazie alle reti doppiette di Uli Hoeness e di Gerd Muller, uno dei bomber più prolifici della storia della Germania.
Questa partita fu ricordata come la prima a terminare in parità dopo i tempi supplementari e ad essere ripetuta, dopodiché le regole cambiarono e furono istituiti i calci di rigore.
46 anni fa Bayern-Atletico, la finale di Champions che si giocò due volte
Fu la finale di Champions League del 1973-74, terminata in parità dopo i tempi supplementari. Per decretare il vincitore si rigiocò 48 ore più tardi
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17 Maggio 2020 - 18.40
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