Lo Stadio Olimpico di Tokyo si prepara alla cerimonia d'apertura con il licenziamento del regista

Ad un giorno dalla cerimonia di apertura è stato licenziato il direttore Kentaro Kobayashi a causa di battute antisemite espresse in uno spettacolo comico nel 1998.

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22 Luglio 2021 - 15.05


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Le Olimpiadi di Tokyo continuano a creare aneddoti e vicende che resteranno nella storia.

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Un’edizione che già prima dell’inizio si è caratterizzata per inconvenienti, lotta ai contagi e polemiche.

La cerimonia d’apertura è prevista per domani alle ore 13 italiane (20 in Giappone) allo Stadio Olimpico di Tokyo, impianto polivalente costruito appositamente per la manifestazione e che sorge dove era situato il demolito Stadio Nazionale Olimpico.

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La struttura può ospitare ben 68000 posti, ma domani saranno quasi tutti vuoti.

In partenza avremo il solito show pirotecnico, con musiche e coreografie, e a seguire l’accensione del Braciere Olimpico.

A seguire il discorso di apertura, affidato come da tradizione al presidente del Comitato Olimpico Internazionale Thomas Bach.

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Infine, la tipica parata degli atleti, con 204 paesi, per un totale di 206 delegazioni, sfileranno con i rispettivi portabandiera.

Sicuramente la parata perderà di gioia e calore sia per la mancanza dei tifosi, sia perché non tutti gli atleti potranno sfilare per la propria nazione, mentre quelli che saranno presenti dovranno mantenere il distanziamento nel rispetto delle norme anti-covid.

Ad aprire la parata ci sarà come ogni edizione la Grecia, patria delle Olimpiadi, con la campionessa di tiro a segno Anna Korakaki a tenere la bandiera biancoceleste.

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La Grecia sarà seguita dal Team Olimpico dei Rifugiati e dal Comitato Olimpico Internazionale, poi le varie nazioni procederanno secondo l’ordine alfabetico kanji.

L’Italia passerà come 18°, con il tricolore che sarà tenuto in alto dalla campionessa di tiro a volo Jessica Rossi e dal ciclista Elia Viviani.

A chiudere il corteo ovviamente saranno gli atleti giapponesi preceduti da Francia e Stati Uniti in quanto Paesi ospitanti delle due prossime edizioni.

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Motivo di orgoglio per l’Italia invece sarà Paola Egonu, pallavolista azzurra annunciata come portabandiera olimpica e che ha espresso tutta la sua felicità: “Mi ha fatto emozionare appena il presidente Malagò me l’ha detto, perché mi ritrovo a rappresentare gli atleti di tutto il mondo ed è una grossa responsabilità”.

E anche se mancano meno di 24 ore all’inizio della cerimonia, ecco una notizia che farà, senza ombra di dubbio, discutere: il presidente del comitato organizzatore, Seiko Hashimoto, ha deciso di licenziare il regista Kentaro Kobayashi, incaricato appunto della cerimonia inaugurale, in quanto accusato di aver scherzato sull’Olocausto in una sua commedia del 1998.

“Abbiamo scoperto che il signor Kobayashi, nella sua stessa esibizione, ha usato una frase per ridicolizzare una tragedia storica” ha detto Hashimoto. “Ci scusiamo profondamente per aver causato un tale problema il giorno prima della cerimonia di apertura e per aver causato problemi e preoccupazioni a molte parti coinvolte, nonché alle persone a Tokyo e nel resto del Paese”.

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Nello sketch incriminato, lo stesso Kobayashi e un altro comico fingevano di essere una coppia di famosi intrattenitori televisivi per bambini e facendo riferimento ad alcuni ritagli di bambole di carta, li hanno descritti come “quelli di quella volta che hai detto ‘giochiamo all’Olocausto”.

Kobayashi, che è un noto personaggio televisivo nel suo Paese, si era poi scusato, ammettendo che quella scenetta conteneva linee estremamente inappropriate.

Nonostante ciò, la scelta del regista ha suscitato numerose polemiche tra i cittadini giapponesi, ma soprattutto tra i membri della comunità ebraica: “Qualsiasi persona, non importa quanto sia creativa, non ha il diritto di deridere le vittime del genocidio nazista”, ha affermato il rabbino Abraham Cooper che ha poi proseguito dicendo: “Qualsiasi associazione di questa persona alle Olimpiadi di Tokyo insulterebbe la memoria di 6 milioni di ebrei e si burlerebbe crudelmente delle Paralimpiadi” ricordando che nei campi di concentramento nazisti venivano sterminati anche i disabili.

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