A Budapest i colori azzurri si stanno facendo sentire e si scaldano per le Olimpiadi di Tokyo.
Ieri è stato il momento di Benedetta Pilato.
Ce l’aveva in canna da alcune settimane questo record del mondo nei 50 rana, la gara che l’ha fatta emergere quando a 14 anni anni ha impressionato il pianeta con la medaglia d’argento ai Mondiali del 2019.
Adesso a 16 anni la Pilato fa la storia, in un 22 maggio che mai si dimenticherà: 29″30, cose da pazzi.
Strappa il record (29″40) alla 24enne campionessa olimpica (dei 100 rana) Lilly King,statunitense autoritaria che non le manda a dire, peperino e temuta, ma nei confronti di Benedetta ha un piccolo debole, la stima molto.
La sua rana, lo stile più tecnico del nuoto, ha un punto di forza nel recupero della gambata, è talmente flessuosa che quasi ammortizza tutto l’attrito con l’acqua.
Altra sua caratteristica è l’ampiezza della bracciata che fa spavento. Era incavolata nera dopo l’eslusione dai 100 rana europei, non è potuta andare oltre le batterie per la regola che impone il passaggio del turno a sole due atlete per nazione (in semifinale e finale hanno gareggiato Arianna Castiglioni e Martina Carraro, rispettivamente medaglia d’argento e di bronzo).
Per due giorni ha sofferto a stare in tribuna alla Duna Arena, senza poter scendere in pista, ma ha tifato per le due azzurre, perchè la loro è una grande rivalità in amicizia. Se ne riparlerà tra due mesi, nei 100 rana la Pilato la vedremo protagonista, comunque, ai Giochi di Tokyo, in virtù del pass olimpico individuale conquistato lo scorso dicembre.
“E’ più sveglia di me quando avevo la sua età”, dice Federica Pellegrini che il suo primo record del mondo lo ha stampato a 19 anni in semifinale ai Mondiali di Melbourne 2007. Fino a ieri la Divina condivideva con la Pilato la società di appartenenza, l’Aniene, da oggi condivide un record del mondo (quello della Pellegrini nei 200 stile è tutt’ora imbattuto dal 2009, 1’52″98).