Angelo Cito ha definito “incomprensibile, e soprattutto la generalizzazione che se ne fa” il divieto ancora in vigore per lo sport di base.
Il dirigente ha osservato: “Se queste decisioni sono basate su una evidenza scientifica, ci devono evidentemente essere altrettante motivazioni scientifiche a noi ad oggi sconosciute, che hanno portato ad autorizzate delle attività che sicuramente comportano un assembramento di persone e dunque un rischio di contagio sicuramente ben più elevato di quello che potrebbe verificarsi durante un allenamento tra atleti di taekwondo o di scherma, dove il contatto quando si verifica è limitato a pochi secondi. Senza considerare il fatto che gli atleti indossano caschetti che li proteggono”.
Ha poi continuato:”La decisione del Cts di non autorizzare ancora oggi gli sport come i nostri si fa fatica davvero a comprenderla. Anche a fronte di disposizioni già emanate in favore della ripresa da parte di singole Regioni. Il mondo dello sport ha bisogno di indicazioni chiare e coerenti, altrimenti si rischia di far chiudere definitivamente centinaia di migliaia di associazioni sportive dilettantistiche che rappresentano un asset importante per il nostro paese e un punto di riferimento insostituibile per milioni di famiglie, non solo per la loro valenza prettamente sportiva, ma anche per il ruolo sociale che esse svolgono su tutto il territorio nazionale e spesso nelle aree più disagiate del Paese”.