In un’intervista al Corriere della Sera e a Tuttosport ha parlato Filippo Tortu, il velocista italiano di classe ‘98.
“Il calcio e la pista. Il profumo della pista. E gli amici, sono molto importanti per me. E poi Roma, la città che adoro e dove vive mia nonna. Sono sei mesi che non ci torno.”
Questo è tutto ciò che gli è mancato durante il lockdown.
Poi continua, discutendo sulla cancellazione degli Europei di Parigi di fine agosto e il rinvio delle Olimpiadi al 2021:
“Quando hanno cancellato gli Europei di Parigi di fine agosto, mi è dispiaciuto forse più del rinvio al 2021 dell’Olimpiade di Tokyo. La rassegna europea è svanita per sempre e avevo impostato la stagione, sì per i Giochi, ma soprattutto per vincere una medaglia sui 100 nello stadio di Charlety e riscattare il quinto posto a Berlino 2018. Rinvio Tokyo? Questo mi consentirà di crescere ancora, ma nello sport non sai mai come andrà a finire. Quasi quasi avrei preferito le Olimpiadi il prossimo agosto”
Il velocista affronta i anche il tema dei futuri traguardi e obiettivi che vorrebbe raggiungere nel prossimo anno:
“Senza Giochi né campionati mi sono imposto un obiettivo cronometrico sui 100, anche perché il 9″99 è ormai vecchio di due anni. Voglio correre in 9″92, il tempo fatto dal mio idolo, il francese Christophe Lemaitre, il primo bianco a scendere sotto il muro dei 10”
Poi conclude con uno sguardo alle proteste antirazziali scoppiate nel mondo dopo la morte di George Floyd a Minneapolis:
“Sono accanto a chi protesta civilmente. Sono per un mondo senza barriere e pregiudizi, dove tutti possano partire sulla stessa linea. Livio Berruti dice che lo sport arriva sempre prima della politica, riferendosi a quando lui passeggiava mano nella mano con Wilma Rudolph ai Giochi di Roma ’60. Mi sono piaciute le prese di posizione contro il razzismo fatte sui social dai giocatori inglesi della Bundesliga. Le statue abbattute negli Usa e in Europa? Non si può cancellare la storia. Che senso ha buttar giù la statua di Cristoforo Colombo?”.