Sono due le certezze che l’ex presidente del Coni ha fissato: la prima riguarda Il tempo che ha dato loro ragione sulla chiusura della stagione, mentre la seconda che “Il numero dei giocatori italiani non si tocca”.
Il numero 1 del basket italiano parte dalle considerazioni di Umberto Gandini che chiede di “ragionare senza pregiudizi” sulle quote di stranieri e italiani: “La questione, che si riflette anche sulla Nazionale, è importante. Voglio essere chiaro: gli italiani devono giocare e il numero dei nostri giocatori rimane un punto fermo. Si può cambiare qualcosa sul sistema d’impiego e parlare anche di squadre con meno italiani, compensate da altre che ne avranno di più. A patto che la quota complessiva resti perlomeno inalterata. Voglio solo il giusto cocktail tra italiani e non dentro le regole. Gli statuti delle federazioni recitano la tutela del patrimonio nazionale. C’è anche una delibera del Consiglio Nazionale del Coni, di quando ero presidente, sulla diminuzione degli stranieri e sulla quantità di visti per gli extracomunitari”.
Il presidente della Fip ha assicurato che il basket non intende uscire dal professionismo: “Significa una maggiore tassazione, ma anche un riconoscimento d’importanza e serietà agli occhi dello Stato. Vorrei parlare con i proprietari dei club di una riforma sulle competizioni giovanili. Il mio pallino resta una sorta di campionato Primavera, magari organizzato dalla Lega”.
Petrucci ha definito quelle che secondo il suo parere sono le basi solide per la partenza: “Essere tutti d’accordo sulle novità da apportare ai campionati, sulle misure per riammodernare i palazzetti e sperare che il Governo aiuti lo sport, quello professionistico in testa. Vedo grande impegno e disponibilità da parte del ministro Spadafora. Credo molto nel nuovo presidente di Sport e Salute: il curriculum di Vito Cozzoli parla da solo”.
Petrucci, in passato, ha anche guidato la Figc. “Tutti amiamo il calcio, ma non accetto che si seguiti a dire che finanzia tutto lo sport: non il basket. Non invidio la posizione di Gravina, sta facendo gli interessi della Federcalcio e non posso criticarlo”.