Aveva fatto scalpore la notizia che alcuni giocatori dell’Nfl (National Football League) si erano inginocchiati durante l’inno nazionale pre-partita, come forma di protesta contro l’ingiustizia sociale negli Usa e la politica di Donald Trump. Il gesto non era piaciuto a molti, e non solo ai sostenitori di Trump: l’inno nazionale suonato prima di qualunque evento sportivo negli Stati Uniti è un momento molto sentito e, come se non bastasse, la Nfl conta tra i suoi proprietari e sostenitori molti noti volti repubblicani e conservatori.
Donald Trump aveva definito i giocatori che avevano osato inginocchiarsi dei “figli di puttana” e come risposta altri giocatori avevano deciso di mettersi in ginocchio, finchè la Nfl non ha deciso di intervenire. Dando ragione a Donald Trump.
Da adesso, infatti, sarà obbligatorio per tutti i giocatori in campo rimanere in piedi durante l’inno, una scelta che va contro il principio della libertà individuale. La pena, per il giocatore e per la squadra, sarà la squalifica, anche se è stata data la possibilità ai giocatori di poter scegliere: rimanere nello spogliatoio oppure scendere in campo e stare in piedi ed ascoltare l’inno in religioso silenzio. Il tutto mentre Mike Pence, il vice-presidente, gongola su twitter, scrivendo semplicemente ‘winning’, vittoria.