Come dichiarato dall’Uefa in un comunicato nei giorni scorsi, gli stadi di Euro 2020 saranno aperti ai tifosi, ma mancano alcune città ospitanti all’appello per far sapere se gli stadi effettivamente saranno aperti al pubblico, tra cui l’Italia.
Dublino, Bilbao, Monaco di Baviera e Roma sono le altre città che ancora non hanno confermato se e come ospiteranno gli Europei, a differenza di Amsterdam, Baku, Bucarest, Budapest, Copenaghen, Glasgow, Londra e San Pietroburgo, che da tempo hanno fornito all’Uefa la disponibilità ad aprire gli stadi agli spettatori, tra chi ha potuto decidere per il minimo (25-33% di capienza) come le città britanniche, chi per il massimo, come indicato dalla capitale ungherese.
(Notizia di poche ora fa la rinuncia di Bilbao con il presidente del governo basco Urkullu che ha affermato che sebbene ospitare la manifestazione fosse un loro desiderio, seguiranno i consigli delle autorità sanitarie)
Stessa fine per Roma? Il tempo che la città capitolina ha, insieme alle altre città ancora in dubbio, per far sapere se le partite della kermesse europea si giocheranno allo stadio Olimpico con una capienza minima, è una settimana, poi il 19 Aprile l’Uefa deciderà se cambiare città: troppo importante che gli Europei non si giochino a porte chiuse.
Per questo il presidente della Federcalcio Gabriele Gravina ha esortato il presidente del consiglio Draghi ad aiutarlo per confermare l’assegnazione a Roma soprattutto della prima gara della competizione, sottolineando inoltre quanto sia importante per la federazione rispettare qualsiasi norma prevista dal Governo come successo per i campionati nazionali, aggiungendo comunque che il premier “condivide con la Figc quanto sia importante per l’Italia che la Uefa confermi”.
C’è quindi poco per assicurare la presenza del 25% di pubblico allo stadio Olimpico come richiesto dall’Uefa: la palla ora passa al governo che dovrà decidere in fretta se adoperarsi affinché ciò avvenga e poter ospitare la partita inaugurale Turchia-Italia l’11 Giugno.