Una lunga conferenza, quella tenuta dal presidente della Fifa Gianni Infantino a Mosca in vista della finale dei Mondiali. Il numero 1 della Federazione ha voluto ringraziare il Paese ospitante con queste parole: “Grazie Russia, grazie Putin: è stato il miglior Mondiale di sempre. La percezione della Russia è cambiata. Migliaia di persone hanno visitato il Paese durante il Mondiale e hanno scoperto un bel paese, un paese ospitale, ricco di storia e cultura. Non solo a Mosca ma in tutte le città ospiti i visitatori hanno goduto del calore e dell’ospitalità del popolo russo. Per questo molti preconcetti riguardo al Paese sono stati smentiti. La Russia è cambiata, è diventata una paese calcistico – ha aggiunto Infantino – un paese dove il calcio non è solo il Mondiale, ma è entrato a far parte del dna del Paese“.
C’è stato poi modo di svelare qualche informazione in più sulla prossima edizione dei Mondiali: “In Qatar si giocherà dal 21 novembre al 18 dicembre 2022. Abbiamo accordi e un contratto con il Qatari, ma è molto presto per sapere se saranno 32 squadre o di più. Al momento, tutto è possibile. Con 48 squadre si risolverebbero molte tensioni ‘regionali’, non voglio chiudere la porta a questa opportunità“.
Infantino ha continuato facendo un bilancio sulla Var: “La Var ha funzionato. I risultati sono estremamente chiari e positivi. Fino ad ora nel torneo la Var è stata utilizzata più di 440 volte per un totale di diciannove revisioni. Sedici decisioni sbagliate sono state corrette. La parola progresso significa migliorare le cose rispetto al passato. E la Var è meglio rispetto al passato, è progresso. In questo Mondiale non abbiamo visto un singolo cartellino rosso per calcio violento. Questo non è solo merito della Var ma lo è sicuramente in parte. Infatti i giocatori sanno che le telecamere riprendono tutti i loro movimenti“.
Infine, un passaggio su come il calcio debba ispirare la politica mondiale: “Il calcio non può risolvere i tutti i problemi del mondo né cambiare il passato, ma può avere un impatto sul futuro e forse le persone al potere possono trovare ispirazione in quello che che stiamo facendo. Ci sono molte ingiustizie nel mondo, molte cose che non funzionano come dovrebbero, non in un singolo paese, ma nel mondo intero. E certamente dobbiamo tutti provare a cambiare le cose per il meglio. Ma qui siamo al Mondiale, siamo focalizzati sul calcio, sulla celebrazione del calcio. Tra i problemi più grandi nel mondo c’è la mancanza di comunicazione. Il Mondiale può contribuire ad aprire il dialogo, permettere la discussione“.