Il mondo calcistico è quasi pronto a a dare il via alle danze. Mancano pochi giorni, tre esatti, perché inizi l’evento sportivo più seguito di sempre: il Mondiale di calcio, stavolta in Russia. Come al solito saranno tanti gli interrogativi che ci accompagneranno in quest’avventura che inizierà giovedì 14, per concludersi il15 luglio.
Il torneo iridato per la prima volta in 60 anni non vedrà protagonista gli azzurri, ma nonostante ciò sono tante le squadre pronte a contendersi la vittoria, per strappare alla Germania il titolo conquistato in Brasile quattro anni fa. La nazionale verdeoro dopo il tonfo 2014, è ripartita da zero e ha messo a frutto il nuovo corso del ct Tite: oggi, insieme all’eterna ‘Mannschaft’, è la principale favorita del torneo. Il Brasile arriva in Russia forte di un percorso di qualificazione perfetto e guidato da un Neymar tornato abile e, sembra, finalmente capace di prendersi sulle spalle la nazionale.
Da O’Nei a Gabriel Jesus, da Firmino a Coutinho, fino a Douglas Costa sono tanti i fuoriclasse capaci di far dimenticare il Mondiale perso in casa. Insieme al Brasile, le altre sette squadre della prima fascia saranno i padroni di casa della Russia e le prime nazionali del ranking Fifa: Germania, Portogallo, Argentina, Belgio, Polonia e Francia. La Spagna è finita in seconda fascia (è inserita nel girone di C.Ronaldo) ed è l’autentico spauracchio che tutti vorrebbero evitare. Finalista quattro anni fa, l’Argentina di Leo Messi (a cui nella sua straordinaria carriera manca solo l’oro mondiale) arriva all’appuntamento un gradino indietro.
Approdata alla fase finale per il rotto della cuffia, l’Albiceleste vanta un attacco con pochi eguali al mondo e che si è permesso il lusso di lasciare a casa un bomber come Mauro Icardi. Ancora prima di iniziare ha però perso il portiere titolare (Romero) e l’esterno d’attacco (Lanzini). C’è poi chi vorrà approfittare dell’appuntamento iridato per cancellare cocenti delusioni. E’ il caso di Spagna e Francia, che vantano oggi due squadre tra le più talentuose del torneo, un mix tra vecchio e nuovo che non può non far pensare a loro come a due squadre protagoniste. Dopo l’exploit di due anni fa, c’è invece curiosità intorno ai campioni d’Europa del Portogallo di CR7, così come per le “eterne incompiute” Croazia e Belgio.
Discorso a parte merita l’Inghilterra che, a parte il Mondiale vinto in casa una vita fa, ha poi quasi sempre fatto la comparsa. Gli azzurri non ci saranno, ma comunque al Mondiale qualche ‘italiano’ ci sarà: saranno una sessantina i giocatori provenienti dalla Serie A, con Polonia e Croazia tra le più prodighe a pescare nel campionato italiano (7 calciatori). La Juventus è la squadra più rappresentata (11 convocati), seguita da Sampdoria e Napoli (6). Solo Chievo, Benevento, Sassuolo e Cagliari non hanno giocatori convocato al Mondiale. Chi lo vincerà leggerà il suo nome sui libri di storia, le tante ‘stelle’, vecchie e nuove, vedranno invece lievitare il cartellino e il portafoglio oltre che inevitabilmente movimentare il mercato estivo.
Quattro anni fu il turno di James Rodriguez, finito poi al Real per 80 milioni, ma anche stavolta il parterre si presenta di tutto rispetto: oltre ai ‘soliti’ Messi, CR7, Neymar, la rassegna, che vale in prospettiva anche per il Pallone d’Oro, vede in prima fila l’attesissimo Momo Salah, si spera di nuovo abile dopo l’infortunio occorsogli in Champions, Kane, Milinkovic, Hazard, Lewandowski, Manè. Ma altrettanto folta è la pattuglia di chi non ce l’ha fatta, per scelta tecnica o per problemi fisici: Nainggolan, Sané, Icardi, Morata, Benzema, Rabiot, Alex Sandro i ‘tagli’ più eclatanti.