Di Lorenzo Nebbiai
Alle ore 16 prende il via la prima gara sprint della storia della MotoGP. La novità di quest’anno, che consiste in una gara lunga la metà rispetto a quella prevista la domenica, che assegnerà 12 punti al vincitore, 9 al terzo, 7 al secondo e via via a scendere gli altri. Scatterà dalla pole Marc Marquez che, dopo non aver centrato la Q2 ieri, ha messo in riga tutti e si è preso prima posizione e record della pista. A fianco dello spagnolo scatterà Nuvola Rossa, Pecco Bagnaia che da oggi inizierà il suo viaggio per difendere il titolo iridato. La partenza del mondiale a Portimao interrompe la tradizione dell’inizio in Qatar; il Gp di Portogallo è una pista più tradizionale, con 9 curve a destra e 6 a sinistra, che presenta come tratto caratteristico delle grandi variazioni di quota: il circuito sale e scende continuamente, presentandosi come un vero ottovolante che obbliga i piloti alla massima precisione e a grande cura nel calibrare le staccate, col rischio costante di frenare troppo presto o troppo tardi. Brembo che analizza la difficoltà delle frenate dei circuiti di MotoGp ha assegnato a Portimao una valutazione di 3 in una scala da 1 a 6: pesano i già citati saliscendi, ma solo una è la frenata davvero impegnativa per i piloti, ovvero curva 1, la prima curva dopo il traguardo. Qui, infatti, i piloti passano da 339 km
/h a 120 km/h in soli 4,6 secondi. Per farlo, i piloti esercitano un carico sulla leva del freno di 6,2 kg e sono sottoposti a una pressione di 1,2g.
Parte forte come ci ha abituati Marquez ma ancora meglio di lui Enea Bastianini che dalla sesta casella gli si mette alle spalle ma perde subito la posizione dal compagno di squadra. Continua il weekend difficile invece di Quartararo che dopo la partenza è quattordicesimo. Sul rettilineo del traguardo Honda dimostra ampiamente di non reggere il motore Ducati, con Marquez che viene fagocitato da Bagnaia e Martin. Cadono in breve sequenza Mir e poi Bastianini e Marini, col secondo che scivola e abbatte con sé il Bestia che è stato portato al centro medico per accertamenti. Dal secondo giro, Pecco e Marquez rimangono unici rappresentanti del proprio team. Al terzo giro, Martin si inserisce senza bussare nella sfida alla vittoria, svernicia Bagnaia, si porta in prima posizione e cerca di andarsene da solo; nel frattempo, Jack Miller fa siglare il miglior giro della gara e si porta dietro Oliveira sulla ruota di Marc Marquez, in lotta per il terzo posto, mentre Marco Bezzecchi, autore di una partenza sfortunata che l’aveva portato in mezzo al gruppo, finisce la sua gara nel ghiaione. Miller sembra essere il più in forma del lotto. Gira più stretto degli altri e dopo essersi liberato di Marquez, mette nel mirino Bagnaia e Martin che sono poco davanti. Su di lui, come una remora, incombe l’ombra della Aprilia di Miguel Oliveira che in casa ha già dimostrato di poter fare la differenza. Bastano due giri a Jackass per infilare prima l’alfiere del team ufficiale, poi lo spagnolo del team Pramac e prendersi la prima posizione, ma il motore della Ducati clienti consente al numero 89 di rimettersi davanti alla staccata di curva 1 e riprendersi immediatamente la testa della corsa. A tre giri dal termine sembra essere finita la spinta propulsiva della KTM di Miller: Martin mette qualche metro fra sé e tutti gli altri, mentre Bagnaia rimette le ruote davanti a quelle dell’ex compagno di squadra e si lancia all’inseguimento. La moto austriaca non va più, anche Oliveira attacca Miller in curva 1 e Marquez approfitta della strenua difesa dell’australiano per passare entrambi. Parte che la gomma soft scelta da Jackass all’anteriore cominci a presentare il conto alla moto austriaca a un paio di giri dalla fine, con l’ex Ducati che sembra essere davvero in difficoltà, tanto da perdere anche la quinta e sesta posizione per mano delle due Aprilia ufficiali. Succede di tutto nell’ultimo giro: Bagnaia scavalca Martin e riesce a portarsi primo, mentre Oliveira prima supera Marquez, poi esce larghissimo da una curva e si trova in fondo al gruppetto dei primi 7. Finisce così, con Bagnaia che si aggiudica la prima sprint race della storia davanti a Martin, Marquez e Jack Miller. Solo decimo, fuori dalla zona punti, Fabio Quartararo.
La sprint race si mostra un format spettacolare e pericoloso come era stato previsto. Tanti sorpassi, tanto spettacolo. Alcune osservazioni possono essere fatte dopo la gara: le parole del 6 volte campione del mondo, Marc Marquez, su quanto la prima posizione in griglia non rivelasse il valore di Honda sembrano tristemente profetiche: il campione di Cervera è stato lestissimo a cogliere le occasioni che gli sono capitate, ma non è mai sembrato in grado di lottare per la vittoria. Da non sottovalutare, in vista di domani, le Ducati del Team Pramac e in particolare Martin che ha dimostrato che sul passo non è inferiore a nessuno e che riusciva a non farsi affiancare da Bagnaia, nonostante questi sfruttasse la sua scia, a dimostrare come la moto del team clienti possa toccare forse velocità maggiore rispetto alla ufficiale. La KTM di Miller dà l’impressione di poter portare alcuni giri velocissimi ma di poter avere difficoltà sul passo gara. Occhio, infine, all’Aprilia di Miguel Oliveira, che si preannuncia la vera e propria mina vagante di questa gara.