di Antonio Mazzolli
Era l’8 maggio del 1982 quando, durante gli ultimi minuti delle qualifiche nel Gran Premio di Zolder, la Ferrari di Gilles Villeneuve decollò sulla vettura di Mass.
L’incidente fu grave e per il pilota canadese non ci fu niente da fare.
Gilles Villeneuve era un pilota che faceva del cuore il suo punto forte: era un generoso e correva per dare emozioni.
Corse una gara con la McLaren nel 1977, e alla fine di quella stagione fu scelto da Enzo Ferrari come successore di Niki Lauda, un’investitura importante che Villeneuve accolse come una grande sfida.
Corse 67 gare, nelle quali raccolse 6 vittore e 13 podi complessivi: dei numeri non da campione, giustificati dalla sua guida sempre al limite, condita da numerosi incidenti, e spesso poco efficace per arrivare sul gradino più in alto.
Anche per questo era soprannominato “L’aviatore”, sinonimo del fatto che per la sua guida spericolata, passasse più in tempo per aria che sull’asfalto.
Non vinse mai un mondiale, ma sono altre le cose per cui è ricordato: dal leggendario duello con Arnoux per un secondo posto nel Gp di Digione nel 1979, all’intero giro fatto su tre ruote nello stesso anno a Zandvoort, fino al più incredibile dei numeri nel 1981, quando nel Gp del Canada si staccò l’ala anteriore oscurandogli del tutto la visuale, tutto questo sotto la pioggia.
Si affidò alla sua visione periferica sviluppata negli anni delle corse in motoslitta e riuscì comunque a concludere terzo.
Nel 1982, Villeneuve era abbastanza competitivo per riuscire finalmente a giocarsi il titolo.
Quell’anno, il suo compagno di scuderia era Didier Pironi, pilota con il quale ci fu un bel rapporto fino al Gran premio di Imola, quando non furono rispettati degli ordini dall’alto e Villeneuve fu superato proprio all’ultimo giro.
Desideroso di vendetta nel successivo Gran Premio del Belgio, il canadese volle fare un ultimo tentativo per battere il tempo del pilota francese, più avanti di lui in griglia.
All’altezza della curva Terlamenbocht, Villeneuve provò a superare la vettura di Mass, che procedeva lentamente avendo già effettuato un giro lanciato: pensando di lasciare la traccia interna più veloce per il ferrarista, si spostò verso l’esterno, ma il canadese fraintese quella manovra, centrando in pieno la vettura e compiendo due giri completi in aria.
Villeneuve non morì sul colpo, ma riportò gravi ferite vertebrali e all’altezza del cranio. Fu tenuto in vita solo grazie all’aiuto delle macchine dell’ospedale di Lovanio, quindi la moglie diede l’autorizzazione a staccarle avende saputo che avrebbe vissuto il resto della sua vita in stato vegetativo.
Il figlio Jacques riuscì nel 1997 a vincere quel mondiale che per tanto tempo era sfuggito a suo padre, ma del quale non ha mai avuto bisogno per essere ricordati come uno dei più competitivi ed amati piloti di tutti i tempi.
38 anni fa se ne andava Gilles Villeneuve
Morì a soli 32 anni dopo un incidente nel circuito di Zolder, a bordo della sua Ferrari. "L'aviatore" fu uno dei piloti più amati per il suo stile di guida spettacolare, pur non avendo mai vinto un mondiale
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8 Maggio 2020 - 22.20
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