Matteo Bernasconi, famoso alpinista dei Ragni di Lecco, è stato travolto e ucciso da una valanga in Valtellina.
Il 38enne, che risiedeva a Como, è stato ucciso dalla massa di neve al Pizzo del Diavolo, ad alta quota, in una vallata alpina fra Ponte in Valtellina e Chiuro in Val Malgina, Valtellina (Sondrio). L’allarme era scattato martedì in tarda serata.
Il corpo senza vita dell’alpinista comasco, che al momento della tragedia era da solo, è stato recuperato poco prima di mezzanotte.
Lascia la moglie e un figlio di due anni.
Una vita dedicata alla montagna
Classe 1982, originario di Como, residente nel varesino, guida alpina, era entrato a far parte dei Ragni di Lecco dal 2003.
Comincia a frequentare la montagna all’età di 11 anni e ad arrampicare a 19.
La prima spedizione in Patagonia è del 2006 con una nuova via sul Cerro San Lorenzo.
L’anno dopo tocca al Cerro Piergiorgio mentre nel 2008 insieme a Fabio Salini scala la via dei Ragni al Cerro Torre compiendo la prima ripetizione italiana.
Dal 2010 inizia la missione Torre Egger, sempre in Patagonia, con Matteo Della Bordella e Luca Schiera.
Alla terza spedizione concluderanno una nuova via sull’inviolata parete Ovest, pochi giorni dopo che Bernasconi era stato fermato da un infortunio.
La Patagonia era il suo grande amore.
Nel 2017 insieme a David Bacci e a Della Bordella aveva scalato la parete Est del Cerro Murallón.
Quest’anno insieme a Matteo Pasquaretto e ancora Della Bordella aveva aperto una nuova via sull’Aguja Standhardt.
Nel 2011 era diventato Guida alpina, facendo cosi diventare la sua passione una professione.
Nel 2019 insieme a Paolo Marazzi, guida alpina e maglione rosso, aveva fondato Milano Adventure, per accompagnare i clienti in montagna e negli sport outdoor.
