Il pagellone della stagione delle 20 di A (parte 1)

La stagione ormai si è conclusa, dando le sue sentenze. Questi sono i nostri voti tenendo in considerazione la stagione nel complesso, e non solo il campionato, delle 20 squadre di Serie A

Il pagellone della stagione delle 20 di A (parte 1)
MILAN, ITALY - AUGUST 30: Lautaro Martinez (R) of FC Internazionale celebrates his goal with his team-mate Nicolo’ Barella (L) during the Serie A match between FC Internazionale and US Cremonese at Stadio Giuseppe Meazza on August 30, 2022 in Milan, Italy. (Photo by Marco Luzzani/Getty Images)
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14 Giugno 2023 - 10.37


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di Niccolò Righi

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ATALANTA 7: I bergamaschi sfruttano il calendario più soft senza coppe e la penalizzazione della Juventus e tornano in Europa League, in quella che è stata una stagione né troppo al di sopra né al di sotto delle aspettative. I ragazzi di Gasperini non sono riusciti mai a dare la giusta continuità alle proprie prestazioni, finendo inevitabilmente per abbandonare la speranza di un posto in Champions League. In questo senso, probabilmente non ha giovato neanche un rapporto con il tecnico che sembrava dovesse concludersi al termine della stagione, anche se pare che Gasperini sieda sulla panchina della Dea anche la prossima stagione.

BOLOGNA 7,5: Nel parlare dell’annata del Bologna non si può non partire dal lutto che ha colpito il club e i giocatori, con la scomparsa di Sinisa Mihajlovic nel dicembre del 2022. La squadra da quel momento si è compattata, ha trovato in Thiago Motta un giovane leader da cui ripartire e ha offerto un girone di ritorno da applausi coronato dal record di punti in una stagione. Grinta, cuore e la cattiveria agonistica che certamente renderanno il loro ex allenatore fiero dei suoi ragazzi, osservandoli da lassù.

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CREMONESE 5,5: Non arriva alla sufficienza, perché nonostante tutto l’obiettivo salvezza non è stato raggiunto, però diciamoci la verità: c’era qualcuno che ad inizio anno pensava che la Cremonese si sarebbe potuta salvare? La squadra presentava lacune evidenti fin dall’inizio e nemmeno gli innesti di Dessers, Carnesecchi e Ballardini hanno potuto fare molto. In Coppa Italia, però, il percorso è stato quello delle migliori Cindarella Story, con le eliminazioni prima del Napoli e poi della Roma, per poi uscire in semifinale contro la Fiorentina.

EMPOLI 6,5: L’Empoli si conferma una squadra al passo con i tempi, ponendo al primo posto il gioco e la crescita dei propri gioiellini ai risultati sul campo. Che comunque, puntualmente arrivano. Ottima la scelta di affidarsi a Cristiano Zanetti, allenatore che lo scorso anno a Venezia, pur retrocedendo, aveva dimostrato di meritare la conferma in Serie A. Vicario, Parisi e Baldanzi, autori di una super annata, sono soltanto gli ultimi di una serie di talenti cresciuti o valorizzati dai toscani. E mentre il mercato per questi tre sarà già bollente questa estate, l’Empoli ha già individuato in Cambiaghi e Fazzini le basi su cui costruire il proprio futuro e la propria salvezza.

FIORENTINA 7: Parlare della stagione della Fiorentina non è semplice perché alla fine i trofei sollevati sono stati zero e i punti rispetto ad un anno fa sono sei in meno. Sarebbe facile quindi parlare di “mezzo flop”, ma per noi non è così. Il raggiungere le finali è già un risultato di per sé molto importante per i viola e per il pubblico fiorentino, che non è abituato a vedere certi tipi di partite tutti gli anni: la Fiorentina ha disputato 3 finali negli ultimi 21 anni, due solo questa stagione. Non fa però benissimo in campionato, disputando circa 2/3 dell’anno da matita rossa per poi riprendersi soltanto nel finale, agguantando un ottavo posto che potrebbe significare Conference League. Parlando nuovamente delle finali disputate, c’è rammarico soprattutto per la partita con il West Ham, squadra ampiamente alla portata dei viola e che, se battuta, avrebbe potuto farci alzare il voto anche di 1,5/2 punti.

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HELLAS VERONA 4: Ci sarebbero tante cose da dire sulla stagione del Verona, ma ci limiteremo alla più importante: com’è possibile che si sia passati da zone di classifica che erano piuttosto vicine all’Europa grazie ad un tridente che aveva messo a referto 40 reti, ad essere andati ad un passo dalla Serie B, salvati soltanto da uno spareggio acciuffato per miracolo, con tutto l’attacco che ha segnato, unendo sette giocatori, 17 gol? L’Hellas quest’anno ha scherzato con il fuoco, ma se non trova subito una soluzione il prossimo anno rischia davvero di bruciarsi.

INTER 9: Se la prima parte del Campionato ha lasciato un po’ a desiderare, con tante debacle che hanno compromesso, inevitabilmente, la rincorsa allo Scudetto; nella seconda parte di campionato l’Inter è pian piano sbocciata, è salita di giri nel motore fino a disputare un finale di stagione che poteva rimanere nella storia, pur essendo stato comunque straordinario. Se il terzo posto in campionato si può chiamare “obiettivo minimo”, se la Coppa Italia permette ad Inzaghi di mettere l’ennesimo trofeo in bacheca e di non concludere la stagione a zero titoli, la finale di Champions è stato un risultato impronosticabile. Purtroppo la vittoria non è arrivata, altrimenti l’Inter avrebbe anche potuto meritare il 10, ma l’aver giocato a viso aperto e aver messo ripetutamente in difficoltà una squadra che sembrava imbattibile rende ancora più meriti alla stagione dei nerazzurri.

JUVENTUS 5: In Champions l’eliminazione arrivata a novembre, in un girone più che alla portata, rappresenta uno dei punti più bassi nella storia recente del club bianconero. In Europa League la squadra era nettamente la favorita, e invece si è fatta eliminare senza appello dal Siviglia. In Coppa Italia è arrivata l’eliminazione in semifinale contro l’Inter dopo due prestazioni tutt’altro che convincenti. In campionato, sul campo, sarebbero sì arrivati tra le prime quattro, ma uscendo dalla lotta scudetto già a gennaio venendo rullati per 5-1 a Napoli. Una piccola nota positiva c’è: almeno Allegri ha avuto il coraggio, vista la piega che stava prendendo la stagione di alcuni giocatori, di buttare nella mischia giovani di belle speranze come Fagioli, Miretti, Iling e Soulé. Troppo poco, comunque, per il quinto tecnico più pagato d’Europa. E siccome il termine “vincere non è importante, è l’unica cosa che conta” se lo sono coniati loro, allora la stagione della Juve fatta di zero titoli non può che essere ampiamente insufficiente.

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LAZIO 8: Se l’anno scorso si erano intravisti soltanto alcuni sprazzi, quella di quest’anno è stata senza alcun dubbio “la Lazio di Sarri”. Gioco spumeggiante, propositivo, grande solidità difensiva (seconda difesa meno battuta della Serie A e premio a Provedel come miglior portiere del campionato) e un inaspettato secondo posto che la riportano in Champions League, dopo che ad inizio anno tutte le testate sportive più autorevoli l’avevano messa sesta. Se a tutto ciò aggiungiamo che quella di Immobile, complici gli infortuni, è stata una delle annate più sottotono da quando è nella Capitale, possiamo dedurre che il potenziale della squadra è tutt’altro che finito qui. Meno bene invece in Europa, dove prima esce malamente in un girone di Europa League piuttosto abbordabile, e poi si fa eliminare subito dall’AZ in Conference, dove sarebbe stata una delle assolute favorite.

LECCE 6,5: Ad inizio anno (quasi) tutte le previsioni davano il Lecce oscillante tra l’ultima e la penultima posizione, complice un mercato povero di innesti per centrare la salvezza se non per Samuel Umtiti. I salentini invece riescono a centrare la permanenza in Serie A trascinati da una grande annata di giocatori come Falcone, Baschirotto e Strefezza. Il prossimo anno se si vuole ripetere l’impresa toccherà necessariamente cambiare marcia, ma per questa stagione il voto non può che essere più che sufficiente.

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