Trionfa il Chelsea, dunque, ed era tutt’altro che scontato.
Alla vigilia di questa finale tutto lasciava presagire una vittoria della parte azzurra di Manchester: un campionato vinto dominando, una Champions in cui non aveva perso una partita.
Dall’altra parte il Chelsea: una squadra zoppicante con Lampard nella prima parte di stagione, un team più assemblato con l’arrivo di Tuchel.
A inizio anno, sembravano un gruppo di giovani con un grande futuro davanti: molto talento, ma chissà quanto ci sarebbe voluto per vincere una coppa europea così prestigiosa.
Grande merito va a Tuchel: già finalista con il Psg l’anno scorso, si vendica quest’anno portando a casa la coppa dalle grandi orecchie, con lo stesso risultato che lo aveva condannato l’anno scorso. E’ anche e soprattutto suo, il merito.
Come lo è di Kanté, uomo ovunque di questo Chelsea: un giocatore che meriterebbe il Pallone d’Oro per la sua saggezza.
E’ la Champions di Havertz, match winner questa sera, 21 anni e un investimento record su di lui, molto ben ripagato.
E’ la delusione di Guardiola, più magico nelle notti europee con il Barcellona che con questo City: eppure quest’anno sembrava l’anno buono. Ma queste sono le finali, e ogni partita è da giocare e la vittoria da conquistare.
E’ stata una finale che ha escluso gli uomini migliori delle due squadre: Thiago Silva da una parte e De Bruyne dall’altra. Chissà come sarebbe andata altrimenti.
Ma il calcio è bello proprio perché esiste un qui e ora, non si possono avere controprove.
Per quest’anno la Champions è stata inglese, ed è stato bello averla vissuta con il pubblico che gioiva, si innervosiva, esultava.
Ha vinto il Chelsea, ha vinto l’Inghilterra.
Rimpianti City, Chelsea underdog: la Champions è dei blues
La finale di Oporto segna una vera e propria maledizione per Guardiola, Tuchel si conferma uomo Champions: in pochi avrebbero scommesso in un Chelsea campione d'Europa
Preroll AMP
Globalsport Modifica articolo
29 Maggio 2021 - 23.20
ATF AMP