Napoli-Juventus, ultima chiamata per Gattuso

In programma anche Inter-Lazio: il campionato entra nel vivo, aspettando il ritorno della Champions League. Il tecnico del Napoli rischia l'esonero, il Milan alla Spezia per tentare la fuga

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13 Febbraio 2021 - 12.52


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Piatto ricco, quello della terza di ritorno: due scontri diretti che riassumono battaglie epocali del terzo millennio calcistico e rimodelleranno la classifica, pur senza emettere verdetti definitivi, visto quanto manca al termine della stagione. A pensarci bene, però, potrebbe non essere così per Rino Gattuso, nell’occhio del ciclone da settimane per le critiche subite sul fronte interno e le chiare manovre di avvicinamento ad altri allenatori che De Laurentiis sta conducendo da tempo, più o meno alla luce del sole. Si parla di Benitez a fare da traghettatore verso una soluzione nuova e giovane, De Zerbi, Juric, Italiano, insomma un emergente.

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Rino mastica amaro ma la squadra non va come dovrebbe. Se paragoniamo i risultati con quelli della scorsa stagione il miglioramento è evidente, ma le premesse erano altre. Gli investimenti sul mercato sono stati importanti ma tardano a portare risultati e la legge del calcio parla chiaro.

Oggi alle 18 il Napoli ospita l’odiata Juventus, rapitrice di Higuain e Sarri, i due più recenti idoli partenopei. Una partita/fantasma, finora, visto che la gara d’andata non si è disputata: il Napoli non partì per Torino, fermato da un ordine della Asl di appartenenza. La circostanza ha scatenato polemiche, processi, sentenze, sconfitte a tavolino e penalizzazioni poi cancellate, e non ha ritrovato collocazione nel calendario congestionato di quest’anno pazzissimo.

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Gli azzurri hanno perso nel ritorno di Coppa a Bergamo, resistendo flebilmente a un’Atalanta determinata ma non ancora tornata al livello mostrato in precedenza. Protagonista della gara Pessina, vero mattatore, che si candida a surrogare Papu Gomez, migrato in Spagna.

Le assenze determinanti di Koulibaly e Manolas si sono aggiunte a quella cronica di Mertens. In più Gattuso non disporrà di Demme, Hysaj e Ghoulam: un quadro desolante. Ci vorrà la grinta di Ringhio per passare indenne l’ostacolo, ma la solida Juventus delle ultime settimane sembra un test proibitivo. Tra l’altro il Napoli ha anche un giorno in meno di recupero nelle gambe. La Juve ha superato indenne la trasferta di San Siro, con l’Inter protesa in un affannoso e sterile tentativo di recupero. Sembra aver trovato una buona quadratura difensiva e si appresta a riprendere il discorso Champions League, a lei più caro. Sarà priva di Arthur, Dybala e Ramsey.

La giornata, iniziata col pareggio (1-1) sotto la neve tra Bologna e Benevento, che navigano appaiate verso una salvezza tranquilla, continua alle 15 con un Torino-Genoa che vede Nicola opposto al suo passato, forte dell’ottimo pareggio in spericolata rimonta (di tre gol!) ottenuto a Bergamo, contro la solita distratta Atalanta delle settimane con doppio impegno. La cura Nicola ha prodotto per ora dei pareggi. L’emorragia granata sembra essersi arrestata (nelle ultime 6 gare il Torino ha perso solo col Milan) ma senza vittorie è impossibile risalire in classifica. Il Genoa marcia a ritmo europeo da quando è arrivato Ballardini ed è un brutto cliente.

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L’anticipo serale vede il Milan impegnato in casa dello Spezia, fresco di passaggio societario: un’altra proprietà americana si aggiunge a una serie A sempre più a stelle e strisce. Il club passa da Volpi a Platek.

I rossoneri sono in missione-scudetto e non è contemplato risultato diverso dalla vittoria. Italiano e company, dopo la bella affermazione in casa del Sassuolo, sognano di arricchire la loro grande stagione con uno scalpo prestigioso. L’infermeria rossonera si è finalmente svuotata, quella spezzina è invece piena. Pronostico obbligato.

La domenica si apre alle 12.30 con un Roma-Udinese che si potrebbe liquidare con una battuta: i giallorossi vincono sempre con le squadre della metà destra della classifica, e sempre con facilità. I friulani, al pari del Genoa, sono in emersione in classifica e si giocheranno la partita senza troppi assilli. Scontro tra spagnoli in attacco: Borja Mayoral contro Deulofeu e Llorente. Dzeko ancora in panchina.

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Alle 15 Cagliari-Atalanta: i bergamaschi hanno centrato l’obiettivo della finale di Coppa Italia, sfuggita loro due anni fa nella finale persa con la Lazio. Un trofeo fisserebbe la gestione Gasperini definitivamente nella storia del club. Il Cagliari arriva da un periodo di miglioramento del gioco senza risultati. La sconfitta di Roma, in una gara votata al contenimento delle bocche da fuoco laziali, ha portato qualche timido complimento e zero punti. Di Francesco, confermato da Giulini con nuovo contratto e grossi nomi presi sul mercato, deve trovare un cambio di marcia per evitare il tracollo. Secondo alcuni rischia ancora l’esonero, che sarebbe paradossale all’indomani del rinnovo del contratto, ma il calcio è abituato ai paradossi.

Sampdoria-Fiorentina è una classica. I viola sono messi maluccio in classifica e mancheranno di Ribery e Amrabat. I blucerchiati si affidano a Keita, che sembra poter tornare vicino al buon rendimento dei tempi laziali, perso dietro a vagheggiamenti di gloria mai concretizzati sul campo. Alle 18 Crotone-Sassuolo: ultima chiamata per i calabresi, momento grigio per gli emiliani.

L’altro piatto ricco è nel posticipo serale, che vede Inter e Lazio confrontarsi al Meazza. Spesso gli incroci tra le due squadre hanno regalato, oltre che spettacolo e gol, anche trionfi e drammi sportivi: dalla doppietta di Poborsky che infranse i sogni di scudetto di Vieri e Materazzi in un famoso 5 maggio alla supercoppa vinta contro Mourinho da Ballardini, al match-spareggio per la zona Champions di tre anni fa, ultimo atto inglorioso della militanza laziale di De Vrij, il cui fallo da rigore su Icardi allo scadere del tempo segnò il verdetto a favore dell’Inter e feroci polemiche nell’universo biancoceleste, inclusa una rarissima esplicita critica di Lotito nei confronti di Inzaghi, che schierò l’olandese pur sapendo che era già sotto contratto con l’Inter, confidando nella sua professionalità.

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La Lazio arriva da 6 vittorie consecutive, ha ritrovato gioco e salute e ha gestito bene anche la gara col Cagliari. Conti alla mano, ai biancocelesti mancano punti contro squadre di livello più basso che giocano a chiudere tutti gli spazi, e il fatto di aver vinto contro un Cagliari ben organizzato in difesa segna un cambiamento che promette bene. L’Inter non è riuscita a violare il fortino della Juve da combattimento di Pirlo, con Lautaro e Lukaku ben contenuti da De Ligt e Demiral. Ci riproveranno contro la Lazio, meno robusta dietro ma ugualmente in fase positiva in difesa, dopo un inizio di stagione-colabrodo.

Per la Lazio è l’ultima possibilità di agganciare il treno scudetto, a oggi faccenda privata tra Milan e Inter con possibilità d’inserimento della Juventus. Per l’Inter un ostacolo insidioso in un momento che (extracampo) continua a essere delicato.

Si chiude lunedì sera con Verona-Parma, ultimi spiccioli di speranza per i ducali.

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Poi torna la Champions League: Mercoledì la Juventus in campo a Oporto.

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