Continuano le indagini sulla rissa tra Zlatan Ibrahimovic e Romelu Lukaku nel derby Inter-Milan di Coppa Italia.
La Procura federale ha cominciato a raccogliere dai diretti interessati elementi per arrivare a una decisione.
Dopo aver ascoltato l’arbitro Paolo Valeri – che aveva ammonito entrambi gli attaccanti, nonostante fossero volate parole grosse e, per qualcuno, anche a sfondo razzista (da parte del milanista) – questa mattina alle 9 la Procura ha ascoltato Ibrahimovic in videoconferenza. Secondo quanto si apprende, la linea difensiva dei legali del Milan e le dichiarazioni del rossonero si sarebbero focalizzate in particolare sullo smontare l’ipotesi di un intento discriminatorio nelle parole volate in campo.
Nei prossimi giorni sarà convocato anche Lukaku: inizialmente anche l’interista sarebbe stato ascoltato oggi ma, visto l’impegno di campionato contro la Fiorentina, la sua udienza è stata rinviata ai prossimi giorni.
Una volta sentiti tutti i protagonisti la Procura avrà gli elementi per decidere se archiviare il caso oppure se prendere provvedimenti disciplinari nei confronti dei due giocatori.
In pratica, i procuratori hanno prima accertato che i pesanti insulti scambiati fra i due non fossero stati oggetto di valutazione da parte del direttore di gara.
Per evitare che la giustizia sportiva potesse giudicare due volte lo stesso episodio. Ma che Valeri non avesse sentito il contenuto del minaccioso a tu per tu dei due, era emerso già nelle ore successive al match. La squalifica di un turno dei due giocatori non “copriva” dunque il contenuto dello scontro fra i due.
Di qui, quindi l’inchiesta. Che naturalmente raccoglie anche tutti i video e gli audio necessari a chiarire meglio il contesto delle parole pronunciate Ibra e Lukaku. Da “riti voodoo di m…” (il milanista) al “ti sparo in testa” (l’interista). Difficile fare delle ipotesi. L’indagine della Procura potrebbe chiudersi anche con un nulla di fatto oppure con il deferimento al Tribunale Federale.
Un atto che comunque dovrà essere preceduto dal deposito delle carte e dalla possibilità dei potenziali incolpati di presentare memorie difensive con eventuali richieste di patteggiamento.