Tutti negativi in casa Napoli: domani riprendono gli allenamenti

Gli azzurri da domani potranno tornare a Castel Volturno per i training individuali. Amin Younes ha detto come la pensa sulla gestione dei calciatori da parte dei club

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9 Maggio 2020 - 18.36


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di Maria Sara Pagano

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Il Napoli può fare un sorriso: tutti i giocatori sono risultati negativi al tampone per il coronavirus e domani potranno riprendere gli allenamenti.

La squadra si troverà a Castel Volturno per cominciare gli allenamenti singoli distribuiti su due sessioni e su tutti e tre i campi di allenamento disponibili.

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Gli azzurri verranno divisi in due gruppi con due turni di training: il primo alle 11 di mattina e il secondo alle 14.

I calciatori dovranno arrivare in tuta e troveranno Gattuso e il suo staff per le spiegazioni di come lavorare durante la prima ora per la sessione aerobica. Poi ogni giocatore occuperà uno dei tre campi disponibili per completare l’allenamento.

A bordo campo ci saranno le bottiglie d’acqua personalizzate e il medico sociale Canonico.

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Gli uffici rimarranno chiusi, come gli spogliatoi, e la doccia ognuno la farà a casa.

Amin Younes ha rilasciato un’intervista per “T-online” dove ha raccontato la sua visione ideale di cosa insegnare realmente ad un giocatore: “Invece di aiutare a lavarsi la maglia, cosa che sanno fare tutti, sarebbe utile aiutarli sulle cose più importanti come la gestione dei soldi. Altrimenti si aiutano i giocatori a restare stupidi”.

Secondo l’attaccante del Napoli, fino a una certa età, si potrebbe dare parte dell’ingaggio direttamente al calciatore e l’altra parte versarla in un conto apposito al quale uno può accedere solo a fine carriera.

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“Ci sono i giocatori che guadagnano bene per un paio d’anni, poi non gli riesce il salto di qualità e sperperano tutto. Se io non ho sbagliato è stato grazie a mio papà”.

Per Younes il problema è che oggi il mondo del calcio rende subito gli atleti delle star e spesso ciò porta, soprattutto i più giovani, ad andare fuori strada.

“La parte più bella della mia carriera sono stati gli anni giovanili in cui mi insegnavano i valori. Mi pulivo la maglia e gli scarpini da solo. I professionisti vengono imboccati su tutto. Non bisognerebbe spremere i giovani come limoni”. Ha concluso il numero 34 del Napoli.

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