Di Manuele Calvosa
Immaginiamo cosa sarebbe oggi giocare l’intero campionato di calcio in un solo giorno: a dir poco impensabile, nonostante molti dirigenti di club di Serie A, in questo momento storico, farebbero salti di gioia per una conclusione così tanto rapida del campionato.
Eppure è esattamente ciò che è accaduto 122 anni fa.
L’8 maggio del 1898 “Il Campionato Nazionale di Football”, antenato dell’attuale torneo di Serie A, veniva conteso fra le 4 squadre più forti del Paese: Genoa Cricket and Athletic Club, Fc Torinese, Internazionale Torino e la Ginnastica Torino.
Questa data ha sancito l’inizio di una nuova era per lo sport italiano, gli albori di un anno zero per così dire. Ma questa è solo la fine di un racconto che ha visto intrecciarsi molte storie apparentemente diverse fra loro, ma con un unico comun denominatore: il calcio.
Nella primavera del 1887 Edoardo Bosio, rappresentante di una ditta commerciale torinese a Londra, tornava nella città della Mole con un unico pallino in testa: il football.
La passione era forte e la voglia di calciare il pallone tanta, così decise di istruire alcuni dipendenti della sua ditta e di mettere su un vero e proprio team.
Il gruppo di Bosio si fece largo tra le grazie nobiliari della città ed in poco tempo il Duca degli Abbruzzi, stuzzicato da questo nuovo interessante sport, allestì di contraccolpo un proprio team: la Nobili Torino.
Nel 1891 dall’unione di queste due squadre nacque l’Internazionale di Torino.
Il dottor James Richardson Spensley nel 1896, appena sbarcato a Genova come medico per i marinai connazionali, fiutò le potenzialità del “football all’italiana” diventando giocatore e capitano della squadra di calcio Genoa Cricket and Athletic Club.
Era il 1898 quando il destino si compì e le diverse vicende si intrecciarono.
Il bisogno di crescita del calcio al di fuori del contesto cittadino spinse il capitano del Genoa a predisporre una partita amichevole con i giocatori dell’Internazionale di Torino, ritenuti da Spensley gli unici avversari capaci di poter competere con il suo Genoa.
Durante quell’Epifania, gli atleti dell’Internazionale di Bosio arrivarono a Genova per disputare quel match tanto atteso: il primo storico incontro di calcio in Italia.
La gara fu spettacolarmente bella, e nessuno degli uomini in campo risparmiò una singola goccia di sudore. La partita fu vinta dalla compagine torinese grazie alla rete del marchese inglese John “Jim” Savage, atleta capace di fare la differenza in Italia seppur in patria fosse ritenuto un giocatore mediocre.
A distanza di qualche mese, il 26 marzo 1898, venne fondata la Federazione Italiana del Football ed il primo aprile la Gazzetta dello Sport titolava: “Il giorno 26 corrente venne definitivamente costituita la Federazione italiana del Football (…) La prima gara di campionato nazionale italiano del football avrà luogo in Torino il giorno 8 maggio. Oltre a premi in medaglie oro e argento, vi sarà una coppa d’onore (Challenge Cup) offerta dai torinesi alla squadra vincitrice”.
L’8 maggio arrivò in un attimo ed altrettanto velocemente terminò. Il campionato venne consumato nell’arco di un solo giorno al Velodromo Umberto I di Torino, dalla mattina fino al pomeriggio, attraverso un quadrangolare con partite ad eliminazioni diretta (due semifinali ed una finale) fra le quattro squadre più forti d’Italia: Genoa Cricket and Athletic Club, Fc Torinese, Internazionale Torino e la Ginnastica Torino.
Il primo match fu disputato alle 09:00, alla presenza di uno pubblico poco gremito (una cinquantina di persone) fra il Football Club Torinese e l’Internazionale entrambe squadre torinesi.
L’Internazionale ebbe la meglio con una vittoria di misura: 1-0, accedendo così alla finale. Ad oggi, però, resta ignoto l’autore del primo storico gol del campionato italiano.
Stesso destino, due ore più avanti, spettò al Genoa che si aggiudicò la vittoria ai danni della Società Ginnastica Torinese per 2-1 con le reti di Bosio e Savage.
Nel frattempo intorno alle 14:00 il pubblico era quasi raddoppiato: il fascino di un gioco semisconosciuto aveva originato un passaparola generale attirando più persone allo stadio torinese; e mentre le due squadre si apprestavano a scendere in campo per aggiudicarsi il primo storico scudetto, alle 15:00 in punto l’arbitro si accingeva a sistemare la palla al centro del campo.
I tempi erano molto diversi da quelli che viviamo oggi: ad arbitrare il match non era il solito direttore di gara con l’esperienza alle spalle e l’età matura di chi è in grado di reggere il fardello di scelte pesanti, ma un giovane ragazzo.
Non un ragazzo qualsiasi. Adolf Jourdan, uno dei dirigenti dell’Internazionale, proprio la squadra a cui fu negata la vittoria dalla compagine ligure.
Chi era seduto tra gli spalti quel giorno vide il Genoa passare in vantaggio nel 1° tempo grazie a Spensley e, successivamente, essere raggiunto dall’Internazionale di Torino nella ripresa con il gol di Bosio.
A rendere più epica la vittoria del Genoa, oltre al match disputato fuori casa e diretto da un arbitro potenzialmente a favore della squadra avversaria, fu l’infortunio del capitano Spensley che fece crollare ai liguri ogni certezza.
Ma a quel punto il Genoa riuscì a trovare la forza e la prontezza di riportarsi in vantaggio grazie alla rete di Leaver, aggiudicandosi così il primo scudetto della storia del calcio italiano.
Gli uomini di Spensley quel giorno poterono alzare il trofeo più ambito, riscattandosi finalmente da quella sconfitta amara del 6 gennaio.
Il Duca degli Abruzzi diede ai vincitori una coppa, la Challenge Cup, ed ogni giocatore della squadra campione fu premiato con una targa commemorativa.
A distanza di 122 anni, il Genoa resta l’unica di quelle 4 squadre ad essere ancora esistente.
L’8 maggio 1898, all’apparenza un semplice numero su un calendario, rappresenta per chi ama questo sport una data memorabile che ha dato vita a qualcosa di grandioso, qualcosa che oggi accomuna oltre 33 milioni di tifosi in tutto il mondo: il campionato italiano di calcio.