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Coronavirus, Spadafora: “Il calcio partirà solo quando ci saranno più certezze. Dovrà riformarsi”

Intervistato dal Corriere della Sera, il ministro dello sport ha parlato della ripresa degli allenamenti e del campionato. Non è mancata la risposta a Renzi

Coronavirus, Spadafora: “Il calcio partirà solo quando ci saranno più certezze. Dovrà riformarsi”
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5 Maggio 2020 - 11.21


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Nei giorni passati il mondo dello sport è stato investito da una miriade di polemiche riguardanti la pericolosità delle sessioni di allenamento in gruppo, che riprenderanno da giorno 8 maggio, e l’azzardata ripresa del campionato a giugno.

Oggi il ministro Spadafora, ai microfoni del Corriere della Sera, ha parlato a proposito di quest’ultimo aspetto: la ripresa della calcio giocato in Italia, senza trascurare tutto il mondo sportivo in generale.

”Non esiste una mia contrarietà, ma la volontà di valutare la ripartenza solo se si salvaguarda la salute delle persone all’interno del gruppo squadra. Poi rivendico pari dignità con gli altri sport e gli sport di base.
Tutelo talmente tanto la ripartenza che ho convocato io la prima riunione con Figc e Leghe per cercare una soluzione.
Ricominciare a giocare pone una serie di questioni legate a trasporti, alberghi, a centinaia di persone che si muovono. Di chi è la responsabilità? Il protocollo dovrà definire anche questo”.

Ha continuato il ministro parlando della sua posizione in merito alla ripresa del campionato e chiarendo che l’ultima istanza spetterà al governo: ”Sarebbe surreale per un ministro dello Sport demonizzare il calcio.
Mi auguro di ripartire, ma lo deciderà il governo. Dal’8 maggio riprenderanno gli allenamenti di squadra.
Sul campionato ci baseremo su elementi scientifici, oggi non disponibili. A metà maggio si potrà fare una previsione realistica”.

Ha continuato: ”La maggioranza degli italiani non vede di buon occhio la ripresa del campionato.
Ma io non bado in questo momento ai sondaggi. Il calcio è un mondo importante del Paese, lo conosco bene a differenza di chi vuol far passare un messaggio diverso. Legittimi gli interessi economici, ma quando si va su altro tipo di attacchi, pressioni e strumentalizzazioni, questo atteggiamento non fa bene a nessuno”.

Il ministro dello sport ha infine commentato le parole di Renzi, che con una stoccata aveva ricordato che l’ultima parola spetterà al Parlamento e non a Spadafora: ”Rivestire una responsabilità istituzionale è diverso da fare solo politica.
Tocca al governo decidere se ci sono le condizioni per riprendere. Poi come farlo, intendo con quale formula e calendario, lo stabilirà la Figc.
Anche il calcio però deve vivere una nuova stagione, autoriformarsi, pensare di rivedere il proprio sistema, capire se è in linea con quel che accade nel Paese, deve rigenerarsi”.

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