La preoccupazione di Gravina: "Nel futuro del calcio vedo tante macerie"

Il presidente della Figc preoccupato, soprattutto per le conseguenze economiche, per il futuro del calcio post-Covid. Le vere decisioni da prendere non riguardano se giocare o meno questa stagione

La preoccupazione di Gravina: "Nel futuro del calcio vedo tante macerie"
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28 Aprile 2020 - 22.12


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Durante l’evento “Quarant Talks” organizzato dalla Bologna Business School, il presidente della Figc Gravina ha parlato del futuro del calcio terminata l’emergenza coronavirus: “Non basta dire ‘si gioca’ o ‘non si gioca’. Nei prossimi mesi troveremo per strada macerie incredibili”.

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“Stiamo approcciando il tema come se il futuro del calcio potesse essere legato solo a una decisione: giocare adesso o non giocare. Ma il futuro del calcio, proiettato in termini economici, si presenterà con uno scenario chiaro” e molto negativo, perché “in base a contratti pluriennali abbiamo dei costi già fissati per le prossime 2, 3 a volte anche 4 stagioni”. A questo si deve aggiungere il fatto che “i ricavi da botteghino saranno pari a zero, soprattutto per realtà come Lega Pro, B, Dilettanti dove questo ricavo è significativo”.

Una causa sarà sicuramente il mancato rinnovo di alcuni sponsor: “Sicuramente avremo meno sponsorizzazioni, perché alcune aziende per una serie di ragioni faranno scelte diverse per tutelarsi – ha proseguito Gravina -. Così come avremo una diminuzione del valore del brand che dovremo posizionale sul mercato”.

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Le criticità maggiori le incontreranno le società delle serie minori: “Ma una difficoltà ancora maggiore per Serie B e Lega Pro che vivono dei cosiddetti finanziamenti fruttiferi postergati” secondo il presidente della Figc, è che gli imprenditori, “di fronte a uno scenario in cui i costi avranno un’eccessiva onerosità” penseranno a “tutelare le proprie aziende” più che a investire in una squadra di calcio.

“Ho netta sensazione che troveremo per strada macerie incredibili – ha concluso il numero 1 della Figc. Purtroppo questa epidemia è come il terremoto e dopo il terremoto bisogna raccogliere le macerie”.

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