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Di Emilio Scibona
Rispetto agli standard convenzionali il mercato di riparazione ha cambiato la fisionomia di tantissime squadre della Serie A, chiamate adesso a quattro mesi infuocati per raggiungere i loro obiettivi. La nostra redazione ha contattato Claudio Onofri, ex capitano del Genoa con lunghi trascorsi nel mondo del calcio e attualmente opinionista, per avere un parere in merito al calciomercato e alla situazione di classifica della Serie A.
Dovendo tirare le somme qual è stata secondo lei la squadra che si è mossa meglio sul mercato?
“Indubbiamente l’Inter ha fatto delle cose importanti che poi andranno valutate sul campo. Ashley Young, Moses ed Eriksen hanno una storia importante e sono giocatori funzionali. I nerazzurri sono riusciti a ridimensionare, quantomeno leggermente, il gap con la Juventus. Anche il Napoli acquistando Demme, Lobotka e Politano è riuscito a dotare l’allenatore dei giocatori necessari per fare il suo calcio. La Fiorentina si è mossa molto in prospettiva futura, basti pensare all’arrivoo di Kouamè, un investimento importante a lungo termine”.
C’è stato al contrario qualcuno che invece avrebbe dovuto fare di più?
“In generale ci sono state tante operazioni interlocutorie, soprattutto in bassa classifica, si pensi alla Spal e anche un po’ al Lecce, benché ieri vittorioso anche grazie ai nuovi acquisti. In alta classifica la Roma si è cristallizzata molto sull’affare Politano-Spinazzola e alla fine si è limitata ad operazioni non trascendentali. Ci si poteva aspettare, nell’ottica di una riduzione del gap con le big, qualcosa di più corposo”.
“In generale ci sono state tante operazioni interlocutorie, soprattutto in bassa classifica, si pensi alla Spal e anche un po’ al Lecce, benché ieri vittorioso anche grazie ai nuovi acquisti. In alta classifica la Roma si è cristallizzata molto sull’affare Politano-Spinazzola e alla fine si è limitata ad operazioni non trascendentali. Ci si poteva aspettare, nell’ottica di una riduzione del gap con le big, qualcosa di più corposo”.
Scendendo nel particolare chi ha messo a segno il colpo più importante in relazione ai propri obiettivi?
“Non ci sono dubbi che l’acquisto boom sia stato Eriksen, che ha una storia che parla per lui, al di là della prestazione non brillante di ieri. Per il resto il mercato è stato molto articolato ma certo senza colpi sensazionali, come da prassi del mercato di riparazione, sempre difficile da fare perché i grandi giocatori per ragioni di costo non si prendono, salvo rare eccezioni. In generale credo sia da sottolineare l’operato della Fiorentina, che si è mossa molto bene”.
Passando alla classifica. Al vertice si sta configurando una lotta a tre con la Juventus in pole position e Lazio e Inter subito in scia. Chi vede in questo momento il favorito e perché?
“La favorita resta la Juventus ma la differenza con le due contendenti si è compressa rispetto al passato, sia per la campagna acquisti dell’Inter sia per l’esplosione di Immobile e del rendimento di una Lazio che ha l’eccezionale merito di avere una struttura tecnica che tra scouting e progetto tecnico funziona alla grande. Basti pensare a gente come Lucas Leiva e Luis Alberto, arrivata in sordina in un momento particolare e diventata trascendentale. Quindi i bianconeri dovranno guardarsi le spalle perché rischiano di più. Se guardiamo solo la rosa l’Inter è il rivale più accreditato ma si tratta di un progetto in divenire: la Lazio è invece una realtà più strutturata”.
Più ingarbugliata è la situazione nella zona Europea. In questo momento Roma e Atalanta si stanno giocando il quarto posto esattamente alla pari e sembrano avere un passo differente rispetto alle altre competitor. Quale delle due realtà in questo momento vede meglio?
“Sicuramente l’Atalanta avrebbe potuto di più sul mercato in ottica di una riconferma ma resta forte del suo gioco e della sua mentalità: guardando alla Roma vedo una squadra con un allenatore che è in grado di migliorarti ma è ancora una realtà acerba. Rose alla mano è difficile dire tranchant quale sia la migliore, ma i bergamaschi sembrano avere qualcosa in più”.
In zona Europa League vi è sorprendentemente un folto gruppo di provinciali che sta addosso al Milan, col Napoli ancora impelagato nelle retrovie. A questo giro può saltare fuori la sorpresa?
“Io all’inizio mi aspettavo che potesse essere il Sassuolo, visto lo spessore tecnico notevole degli interpreti adattati ad un’idea di gioco bello: le cose sono andate diversamente. Credo che il Napoli possa tranquillamente riemergere anche se il ritardo non è propriamente poco. Tra le outsider credo che l’Hellas Verona stia facendo qualcosa di straordinario per le possibilità tecniche anche grazie al lavoro di Juric: se continuano di questo passo. Ovviamente non riesco a considerare come outsider il Cagliari che è invece realtà strutturata per quel livello”.
“Io all’inizio mi aspettavo che potesse essere il Sassuolo, visto lo spessore tecnico notevole degli interpreti adattati ad un’idea di gioco bello: le cose sono andate diversamente. Credo che il Napoli possa tranquillamente riemergere anche se il ritardo non è propriamente poco. Tra le outsider credo che l’Hellas Verona stia facendo qualcosa di straordinario per le possibilità tecniche anche grazie al lavoro di Juric: se continuano di questo passo. Ovviamente non riesco a considerare come outsider il Cagliari che è invece realtà strutturata per quel livello”.
Chiudiamo con la zona salvezza, dalla quale, tolte forse Torino e Sassuolo, sono tante le squadre che non possono sentirsi al sicuro. In questo momento Genoa, Brescia e S.P.A.L. sarebbero in B: crede che sarà così anche alla fine della stagione?
“Ieri il Genoa ha dato un’indicazione positiva riuscendo a stare al pari dell’Atalanta, prova del fatto che Nicola abbia avuto un buon impatto. La rosa è di caratura superiore rispetto all’obiettivo salvezza e credo che alla lunga questo spessore possa venire fuori. Sicuramente S.P.A.L e Brescia sono in questo momento più fragili e sembrano avere qualcosa in meno, il Lecce ha invece dalla sua il gioco. In tutto questo non va dimenticata la Sampdoria, che è migliorata con l’arrivo di Ranieri bravo a far bene quello che andava fatto ma che resta comunque una squadra con problemi di produzione offensiva: dovrà fare attenzione”.