A dispetto delle premesse di inizio carriera, che lo vedevano come uno dei centravanti più promettenti della sua generazione, Felipe Caicedo è stato a lungo né più né meno di un onesto mestierante. Il classico giocatore utile che fa la sua parte magari scaldando anche il cuore ma senza mai stupire o incantare.
La Lazio lo ingaggia nel 2017 con l’idea logica di farne il gregario di Immobile: un acquisto “friggi e mangia” che passa sottotraccia agli occhi degli addetti ai lavori e che non stimola particolari suggestioni. Un’operazione funzionale alle necessità della squadra.
D’altronde era anche difficile pensare che questo ragazzone alle soglie dei 30 anni proveniente dall’Ecuador potesse divenire una risorsa chissà quanto importante, soprattutto leggendo numeri che raccontavano di tutto fuorché una macchina da gol. Eppure, nel tempo le cose sono andate in modo diverso.
Dopo una prima stagione coerente in termini di numeri e impatto con il suo ruolo e la sua storia, Caicedo è divenuto sempre più importante nell’economia della produzione offensiva laziale. L’anno scorso era emerso nella seconda parte di stagione come uno dei migliori profili della Serie A in rapporto tra reti segnate e minuti giocati, realizzando diversi gol decisivi.
Quest’anno è diventato trascendentale già prima dell’infortunio di Correa: Inzaghi gli ha dato ancora più fiducia e lui ha risposto a suon di prestazioni condite da reti pesanti, una su tutte quella segnata alla “Sardegna Arena” sul gong contro il Cagliari, che ha dato un boost alle ambizioni della Lazio ed una mazzata all’entusiasmo galoppante dei sardi, da allora in piena crisi di identità. Giocatore affidabile ma anche perfetta spalla per il demiurgico Immobile, che gode del suo lavoro sporco ancor più di quanto potesse godere degli spunti del talentuoso e lunatico “Tucu”.
Attraverso la bontà delle sue prestazioni questo attaccante cui nessuno dava una lira è riuscito a conquistare una Lazio che può pensare in grande e a questo punto difficilmente immaginabile senza di lui. Con buona pace di quelli che rimpiangono il mancato arrivo di Giroud.